La condivisione a distanza dell’energia prodotta da fonti rinnovabili registra importanti successi all’estero, l’Olanda ne è un esempio. In Italia Solar Share è l’unico nel suo genere, ma ha già incassato il coinvolgimento di 121 famiglie sparse in 13 regioni d’Italia. A parlarci dell’iniziativa è Stefano Corti, General Manager di LifeGate.
Quali sono state le premesse dell’iniziativa?
Il progetto nasce dal palesato interesse delle famiglie per il mondo delle rinnovabili; abbiamo colto l’occasione per avvicinare un maggior numero di persone alla produzione di energia da fonti non programmabili. Alla base dei lavori due trend in atto: la scoperta di un mercato interessato, ma ancora inespresso a causa della logistica, dei costi e dei tempi per la produzione da rinnovabili; la presenza, in Italia, di investitori disposti a vendere impianti di grosse dimensioni (alternativa al reperimento di liquidità). Unendo questi due aspetti alla volontà di promuovere la diffusione della cultura sostenibile, abbiamo puntato a coinvolgere quelle persone che solitamente, ad esempio vivendo in una casa monofamiliare, non possono permettersi di possedere un impianto.
Nel dettaglio come funziona questa condivisione a distanza dell’energia solare?
WeForGreen è la cooperativa di mutua utilità che partecipa per quote all’acquisto della struttura leccese La Masseria del Sole. Sono state 121 le famiglie che hanno finora aderito e che riceveranno per 15 anni l’energia di cui necessitano secondo il fabbisogno massimo della propria abitazione (ad esempio i 3kW standard), senza pagare più la bolletta. Ad oggi abbiamo coperto i due/terzi delle quote necessarie all’acquisto dell’impianto (500 in totale) e coperto tutto il territorio nazionale.
Avete dovuto superare dubbi e scetticismi?
Il lavoro ha vissuto due fasi: nella prima abbiamo definito le tempistiche e le priorità oltre a selezionare l’impianto; nella seconda, partita lo scorso settembre, abbiamo iniziato a promuoverlo. Abbiamo già ricevuto commenti positivi dagli aderenti, il cui unico dubbio, poi superato, ha riguardato la lontananza fisica dal luogo di produzione.
Quindi dovrete avere molta attenzione alla cura dell’impianto per rassicurare i vostri associati…
Certo, il progetto prevede una manutenzione programmatica che ha l’obiettivo di minimizzare il decadimento e massimizzare l’efficienza. Nel corso degli anni, per questioni tecniche, la produzione si riduce e occorre investire nella manutenzione per rallentare il decadimento fisiologico; così facendo possiamo pensare che, al termine dei 15 anni, le famiglie decideranno di continuare a sfruttare l’impianto.
Primo in Italia, ma forse unico nel suo genere?
La peculiarità di Solar Share è che sfrutta un impianto esistente di cui nessuno è disposto a prendersi carico. Siamo riusciti a “riciclare” l’impianto, a dargli nuova vita, forti della conoscenza dello storico produttivo.
Programmi futuri?
Ovviamente siamo anche intenzionati a potenziare la struttura e abbiamo in cantiere diversi nuovi progetti, ma per il momento vogliamo concentrarci sulla buona riuscita di Solar Share.
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